Iosif Vissarionovič Džugašvili (in russo: Иосиф Виссарионович Джугашвили? ascolta[?·info]; in georgiano: იოსებ ბესარიონის ძე ჯუღაშვილი?, Ioseb Besarionis Dze Jughašvili; Gori, 21 dicembre 1879[1] – Mosca, 5 marzo 1953) è stato un rivoluzionario, politico e militare sovietico bolscevico conosciuto come Iosif Stalin (in russo: Ио́сиф Ста́лин?, da сталь, stal’, che significa "acciaio"), Segretario Generale del Partito Comunista dell'URSS e, in tale ruolo, assumendo sempre più potere, a partire dal 1924, divenne progressivamente il dittatore del suo Paese fino alla morte, avvenuta nel 1953.
Nativo della Georgia,[2] di umili origini, visse un'avventurosa giovinezza come rivoluzionario socialista attivista, prima di assumere un ruolo importante di dirigente all'interno della fazione bolscevica del Partito Operaio Socialdemocratico Russo, guidata da Lenin. Capace organizzatore, dotato di grande energia e di durezza di modi e di metodi, Stalin, strettamente fedele alle direttive di Lenin, divenne uno dei principali capi della Rivoluzione d'ottobre e del nuovo stato socialista: l'Unione Sovietica. Il suo ruolo e il suo potere politico crebbero durante la Guerra civile russa in cui svolse compiti politico-militari di grande importanza, entrando spesso in rivalità con Lev Trockij.
Nonostante le critiche mossegli da Lenin nell'ultima parte della sua vita e il duro contrasto con Trockij, Stalin, alla morte del capo bolscevico, assunse progressivamente, grazie alla sua abilità organizzativa e politica e al ruolo di segretario generale del partito, il potere supremo in Unione Sovietica. Dopo aver sconfitto politicamente prima la sinistra di Trockij, poi l'alleanza tra Trockij, Zinovev, Kamenev e poi la destra di Bucharin, Rykov e Tomskji, Stalin adottò una prudente politica di costruzione del "socialismo in un solo paese", mentre nel campo economico mise in atto le politiche estremistiche di interruzione della NEP, di collettivizzazione forzata delle campagne e di industrializzazione mediante i Piani Quinquennali, lo stakanovismo e la crescita dell'industria pesante[3].